“Antica storia del ricamo e le Donne calabre e della Magna Grecia”, questo il tema che sarà trattato durante un incontro culturale organizzato nel contesto della manifestazione per l’’Estate Bovese (Jalòta in greco-calabro, per non confondere con la città di Bova), dal Circolo Grecofono DELIA assieme ad altri sodalizi culturali dell’area (Associazione culturale INCIPIT-A.P.S. di Siderno Comunità Ellenica dello Stretto di Messina, Circolo socio-culturale P. TIMPANO e Casa Museo VILLA ZEPHIROS di Ferruzzano), col patrocinio della CivicaAmministrazione di Bova Marina.

Il titolo, il primo di una serie che il Circolo Grecofono “Delia” ha programmato per l’anno 2023, non scelto a caso, esso ha lo scopo di rivalutare uno degli aspetti più significativi della società femminile che da sempre ha caratterizzato, soprattutto la nostra area, e potremmo dire l’habitat del Mediterraneo; la mirabile arte del ricamo sorge infatti proprio nelle terre da esso lambite. In Egitto

ed in Grecia (precisamente nell’Attica), sembra fosse in uso la tecnica del ricamo testimoniata da studi di esperti condotti su delle “strisce decorative” la cui fattura risalirebbe a molti secoli a.C.(ma tale arte esisteva già ai tempi di Noè), che per precisione e raffinatezza furono definiti appunto ricami ed ornamenti.

Non ci sarebbe ombra di dubbio quindi, nel dire che il ricamo nacque in Oriente e successivamente si espanse in tutto l’Occidente. La mitologia poi, è cosparsa di elementi che ci rifanno al ricamo, basta leggere i poemi epici per eccellenza Iliade, Odissea, Eneide, ma anche del periodo rinascimentale, La Gerusalemme Liberata, Orlando Furioso, o soffermarsi virtualmente sullo splendore dellaCorte di Versailles.
Il nostro paese avvalora l’origine orientale della tecnica del ricamo (il termina ricamo ha origine araba Raqme sta a significare appunto segno, disegno), Fu Palermo la prima scuola del ricamo, sorta intorno al 950 con l’occupazione araba (saracena) della Sicilia poi si diffuse nel resto d’Italia soprattutto a Venezia, altra porta d’Oriente, a Firenze e quindi in Europa. Grandi esperte furono le Suore che operavano per impreziosire i paramenti sacri soprattutto nelle grandi solennità, diversi corti ed aristocratici si servirono di esperti ricamatori provenienti dalle scuole veneziane e fiorentine (da sottolineare che il ricamo non fu una tecnica prerogativa delle donne, ma furono soprattutto gli uomini che vi diedero grande impulso) .
In tale arte o tecnica non possiamo dimenticare le Donne che date le condizioni sociali a cui erano legati per secoli, nell’ambito delle proprie dimore si applicavano, volenti o nolenti, all’arte del ricamo, realizzando vere e proprie opere d’arte, le popolane poi, le contadine hanno con le loro mani perpetuato il ricamo facendolo giungere quasi “puro” sino ai primi decenni del secolo scorso, aiutando anche l’economia familiare con preparare il futuro corredo della propria famiglia, in Grecia, ad esempio, sino agli anni Sessanta era obbligatorio per legge che la “Nìfi” (sposa) fosse munita di una dote consona al suo stato prima di contrarre matrimonio.