di Redazione

SarΓ  restituita ai Frati Cappuccini di Reggio Calabria la statua che era stata trafugata negli anni 60 e ritrovata grazie al film di Giuseppe Tornatore. Si tratta di un’opera raffigurante Francesco Giuseppe Monsolini, un cavaliere dell’ordine di Malta morto in battaglia. La statua Γ¨ stata ritrovata a Parma e dopo l’iter legale, il tribunale di Reggio Calabria ha stabilito che i frati Cappuccini possono ritornare in possesso della statua.

L’opera Γ¨ la parte integrante di un monumento funebre collocato nella chiesa dell’Eremo, demolita verso la fine degli anni β€˜50. La parte superiore del mausoleo, comprendente la scultura del cavaliere, sparita in circostanze poco chiare durante lavori di demolizione e costruzione della nuova chiesa. Il pezzo mancante ricomparve agli occhi dei parenti della nobile famiglia per caso diversi anni dopo, al cinema, mentre assistevano nel 2013 al film di Tornatore β€œLa migliore offerta”. Il film Γ¨ ambientato nel mondo del collezionismo e delle aste d’arte con protagonista Donald Sutherland. Tra gli spettatori interessati alla pellicola l’architetto Filippo De Blasio di Palizzi, discendente dei Monsolini, il quale in diverse scene del film notΓ² qualcosa di molto familiare: la statua scomparsa del suo avo, parte integrante della collezione privata in provincia di Parma del designer Franco Maria Ricci, confermato dai titoli di coda.

Senza perdere tempo De Blasio decise dunque di sporgere denuncia ai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Ambientale, i quali avviarono subito le indagini sentendo Ricci, successivamente deceduto, che respinse le accuse sostenendo di averla acquistata ad una fiera antiquariale per 14 milioni delle vecchie lire. Il Gip di Parma ha quindi disposto di archiviare l’inchiesta penale, trasferendo tuttavia gli atti per l’attribuzione della proprietΓ  al tribunale civile di Reggio che si Γ¨ pronunciato nelle ultime ore. β€œTrattandosi di una destinazione culturale ben precisa e determinata ab origine, la statua non deve essere distratta dalla destinazione artistica originaria impressa dall’autore – annotano i giudici reggini – sia perchΓ© Γ¨ parte di un’opera unica e dunque valorizzabile al meglio nella sua interezza, sia in quanto Γ¨ espressione dei valori storici della comunitΓ  locale”.

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