Mercoledì 23 novembre 2022, alle ore 17,30, nella Sala Conferenze della Camera di Commercio di Catanzaro, si terrà la presentazione del libro “Vita e persecuzione di Giovanni Falcone” (La Nave di Teseo 2022) di Claudio Martelli, Direttore dell’Avanti!.

L’incontro al quale interverrà l’ex Ministro della Giustizia, sarà introdotto e coordinato da Michele Drosi, Presidente dell’Associazione degli amici dell’Avanti di Catanzaro. Dialogheranno con l’Autore: Pino Franzè, Ugo Gardini e Fernando Rocca, componenti dell’Associazione.

In questo libro Claudio Martelli ricostruisce gli anni della sua permanenza al Ministero di Grazia e Giustizia nei governi Andreotti e Amato e della sua stretta collaborazione con il magistrato siciliano, Giovanni falcone, che aveva chiamato a dirigere l’ufficio Affari Penali del Ministero e delinea il suo profilo umano e professionale. Martelli ricostruisce il clima velenoso e di ostracismo che gli avevano creato attorno una parte della Magistratura, in particolare il CSM, già allora preda delle correnti, una certa stampa e i “professionisti dell’antimafia”. Martelli rivendica anche il suo impegno per la costituzione della Direzione antimafia e antiterrorismo (DNA), della Direzione investigativa antimafia (DIA), della Direzione distrettuale antimafia (DDA) e dell’approvazione dell’art.46 bis del Codice Penale (isolamento duro in carcere per i mafiosi).

“Giovanni Falcone – scrive Claudio Martelli – era il più importante, il più capace, il più famoso tra i giudici che hanno combattuto la mafia. Per questo nello stesso giorno in cui fui nominato ministro della Giustizia lo chiamai e gli affidai l’incarico più importante del ministero, quello di direttore degli Affari Penali. Insieme, abbiamo pensato e organizzato la più organica, determinata ed efficace strategia di contrasto a Cosa Nostra. La mafia reagì uccidendo prima Falcone poi Borsellino con una violenza terroristica più efferata e rabbiosa di quella armata in precedenza contro i molti giudici, poliziotti, uomini politici che l’avevano contrastata. Pur tra tante affinità, la storia di Falcone è diversa da quella degli altri uomini dello Stato che hanno combattuto la mafia perché solo a Falcone è capitato di essere perseguitato in vita non solo da Cosa Nostra, ma anche di essere avversato da colleghi magistrati, dalle loro istituzioni come il CSM e dall’Associazione Nazionale Magistrati, nonché da politici e da giornalisti di varie fazioni. Ancora oggi di quest’altra faccia della luna poco si sa perché poco è stato detto. Fece eccezione l’amico più caro di Falcone, Paolo Borsellino: ‘La magistratura che forse ha più responsabilità di tutti cominciò a far morire Giovanni Falcone ben prima che la mafia lo assassinasse a Capaci’. Da allora sono passati trent’anni. Per rispetto di Falcone, dei ragazzi che non hanno vissuto quel tempo, degli adulti che non lo hanno capito o lo hanno dimenticato, sento il dovere di tornare a riflettere per raccontare le verità di allora e quelle più recenti che ho appreso insieme al ruolo di chi, nel bene e nel male, ne fu protagonista dentro le istituzioni dello Stato, nella società e nel mondo dell’informazione.” (Claudio Martelli).