di Gaia Zimarra

Il tempo รจ una lente che dona nitidezza alla storia dellโ€™uomo e, in alcuni fatti che porta agli occhi, cโ€™รจ il senso della realtร  su cui oggi fondiamo le nostre illusioni.

Siamo una forma di vita dominante e parassitaria al contempo, o forse lโ€™una implica lโ€™altra, abbiamo evoluto lโ€™ambiente che ci circonda ma dentro di noi, siamo ancora quegli stessi cavernicoli che risolvono urlando o impugnando una clava.

La storia ci insegna che ogni tentativo di imporsi รจ un impulso primitivo, un retaggio di antichi e selvaggi valori repressi nel buonismo stoico del concetto di liberazione, che alimenta quella pulsione aggressiva al dominio che pensiamo essere un diritto.

In ogni conflitto due elementi condividono la stessa linfa vitale, un eros platonico di conservazione e un phatos distruttivo a tratti nichilistaโ€ฆ intenti inversi che nascono e periscono sempre in un senso di colpa eterno.

Un individuo che vive in una societร  puรฒ non provare nรฉ privazione nรฉ dolore fisico, ma gli รจ comunque preclusa la possibilitร  di scegliere molte attivitร  che gli sono proprie. Nei processi della logica kantiana ogni elemento costituente una comunitร  mancherebbe delle capacitร  di scelta e di autodeterminazione, come se fossero dei semplici โ€œcittadini passiviโ€; quando in veritร  ognuno indica attivamente, e in vari modi, cosa รจ importante per sรฉ, e la loro voce dovrebbe avere maggior peso nellโ€™elaborazione delle scelte legiferative, e delle posizioni geopolitiche di una nazione.

E come fosse un singolo individuo, ogni Nazione immagina le proprie ragioni credendole vere, si proclama migliore sulla base dei propri bisogni morali e giustifica ogni azione come causa del diritto al benessere per quella societร  di cui รจ compostaโ€ฆ il suo corpoโ€ฆ la sua carne.

Erge ogni sua azione in funzione di un guadagno, che esso sia economico o dellโ€™ego e, come un re idiosincrasico seduto su un trono di fango a calzare una corona di latta, lโ€™uomo sancisce regole declinando virtรน e lo fa con lโ€™unico mezzo che non puรฒ essere umanizzato: la Guerra.

Ogni uomo รจ fucina di pensieri, perchรฉ di questo siamo composti, che col crescere si incrostano e tessono filamenti, che si ancorano al suolo fino a frenare la saggezza e distorcere le uguaglianze.

Ogni uomo รจ lui stesso un pensiero che desidera esistere, che spinge per uscire dal nulla ad ogni costo, fino a non accettare quella diversitร  da cui incammina il progresso.

Ogni uomo cerca, anche senza volerlo, una guerra per conquistare e una pace per comandare e nel mezzo una scusa per condannare.

Ci pensiamo antichi ma siamo ancora piccoli e, quando il mettere due simili affiancati sfocia nella lotta per il diritto alla ragione, i padri seppelliscono i figli e lโ€™unica stupida difesa plausibile pare lโ€™attacco.

La dignitร  si disimpara e il coraggio si fraintende, questa รจ la GUERRA! Cause banali che cercano soluzioni che banalizzano la vitaโ€ฆ una distopica visione dove nessun prigioniero merita pietร  e dove ogni detrattore dovrร  guardare il sole sotto lโ€™ombra di una spada.

Il denaro ha insegnato al mondo la sua lezione, ci ha lusingati con la sua semplicitร , e per lui combattiamo noi stessi senza accorgerci che il nostro nemico รจ il riflesso di un desiderio che noi stessi proviamo.

Le discussioni si inaridiscono e cosรฌ anche le prospettive, e mentre il maggior indicatore dellโ€™imperfezione umana diventa la sola soluzione a cui rivolgersi, lโ€™atimia di pochi collassa in un silenzio che racconta ogni cosa.

Parole semplici assumono lo stesso significato di morte mentre i fischi anticipano i boatiโ€ฆ la corruzione diventa denaro che si tramuta in guerra, e le stesse lame affilate che smembrano quellโ€™unica coperta etica che ci unisce, mostrano la nostra fragilitร  morale che stava nascosta sotto di essa.

I โ€œbastaโ€ si sprecano nel vento di bolina, tra colori da sventolare e canzoni da inneggiare, nei โ€œmottiโ€ che vogliono gridare amore camuffando lโ€™odio, rumori di tifoseria che si scontrano creando un suono bianco senza contenuto, senza ricordo di quella sola vittoria che mette una fine insegnando.

Da quando studiamo la storia ad oggi ci raccontiamo guerre che forse non abbiamo compreso, e tralasciando che ogni conflitto รจ un suicidio, รจ evidente che lโ€™unica ad essere sconfitta รจ la veritร โ€ฆ e lโ€™unico elemento vittorioso รจ quellโ€™interesse che รจ radice di ogni male.

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