di Pasquale Muià

Torna sulla scottante realtà della sanità nella Locride, il presidente del Tribunale dell’Ammalato avvocato Pino Mammoliti. Poche righe ma, forti e chiare con una richiesta all’unità per la difesa degli ospedali di Locri e Polistena. Poi il pensiero di una richiesta al Prefetto di Reggio Calabria per un incontro con un possibile costituendo Comitato che unisca tutte le forze, Chiesa compresa.

“È necessario unire le forze – dice Mammoliti – di difesa impegnate per difendere gli ospedali di Locri e Polistena. Le insufficienze e le limitazioni cui sono sottoposte le due strutture a causa di una politica aziendale impegnata sempre più a non garantire il diritto alla salute agli abitanti della Locride ed a quelli pianeggiani (da Oppido a Polistena) non consentono più ai cittadini di rimanere in silenzio. Le continue manifestazioni di protesta espresse in diverse- ma separate territorialmente – occasioni da comitati di cittadini non hanno ottenuto neppure minimamente i risultati invocati. L’unica indegna risposta – continua Mammoliti – è stata data dalla Manager Rambo in occasione della trasmissione “Presa diretta” con la quale ha cercato di mortificare la Locride senza minimamente dire ciò che intende fare per potenziare sia l’ospedale di Locri che quello di Polistena. Il tempo di attesa è finito ed ora giunto il momento di difendere senza distinzioni di confini, il diritto alla salute di tutti noi. Chiediamo un incontro al Prefetto per cercare di individuare una soluzione per i nostri territori. Costituiamo un comitato permanente di difesa (coinvolgendo i rappresentanti della Chiesa) degli ospedali e seguiamo l’esempio di civiltà e solidarietà che ci giunge dagli agricoltori. Se non ci difendiamo – conclude – da soli nessuno giungerà in nostro soccorso e saremo inesorabilmente condannati a vivere senza alcuna tutela sanitaria”.

Da quanto si può comprendere dalle dichiarazioni di Mammoliti si dovrebbe essere pronti a scendere in piazza con una protesta civile dei cittadini che “sarebbero inesorabilmente condannati a vivere senza alcuna tutela sanitaria”.