di Redazione

Libertà, amore, scelta, perdono. Queste le parole chiave su cui il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, ha incentrato il suo saluto alla due giorni organizzata dalla equipe della Pastorale giovanile, guidata da don Luca Gigliotti, con gli studenti del IV superiore alla presenza di don Francesco Fiorillo, fondatore della fraternità-monastero San Magno, che ha portato ai ragazzi la sua testimonianza di vita.

“Io – ha detto monsignor Parisi – ho sempre sostenuto che la libertà è il valore assoluto perché, intanto, è quel segno che è stato posto sulla nostra fronte all’inizio della creazione”.

E libertà, sogno, amore, scelte sono state anche le parole chiave del racconto a cuore aperto che don Francesco Fiorillo ha fatto ai ragazzi presenti partendo proprio dagli anni in cui il sacerdote aveva la loro stessa età, in una giovinezza segnata dalla passione per la musica e il divertimento, tra concerti e quelli che oggi chiameremmo “rave party”. Nel cuore sempre lo stesso sogno: il desiderio di libertà. “Non fatevi dire da nessuno che i sogni non servono a nulla che non si può vivere di pane e sogni – ha detto– abbiate il coraggio di scegliere e non lasciate che siano i giudizi degli altri e gli eventi della vita a scegliere per voi”.

La morte dell’amico Giulio durante una festa, l’incontro con Francesco d’Assisi attraverso un libro trovato in uno scaffale della sua stanza, la vocazione, il seminario, lo scontro e l’incontro con un padre che, fino al giorno della sua ordinazione sacerdotale, “non mi aveva mai guardato negli occhi, mai abbracciato”.

La forza del perdono è un altro dei messaggi centrali consegnati dal fondatore di San Magno ai giovani lametini, quella forza che lui stessa ha sperimentato quando, pochi minuti prima della sua ordinazione, in una sacrestia, ha lasciato che il padre per la prima volta lo guardasse negli occhi e lo abbracciasse, liberandosi entrambi in un pianto che ha “lavato” anni di silenzi e rancori.

“Entra, chiunque tu sia”, è la scritta all’ingresso del suo monastero, a Fondi, dove don Francesco accoglie chiunque bussi alla sua porta e dove ha piantato un grande albero di mandorlo “per dire a chiunque entra in questo luogo: sii come il mandorlo, capace di fiorire in pieno inverno, quando tutto sembra finito, e di portare frutti al momento opportuno.”

“L’esperienza di don Francesco – ha detto monsignor Parisi – ci ricorda quella che è una delle parole più importanti del cristianesimo: il perdono che, anche nella lingua italiana, è un dono. Innanzitutto è un dono per noi stessi.”

Le due mattinate sono state segnate anche dalla musica di Romilda Cozzolino e dalla coreografia di Ilaria Badolato.