di Maria Grazia Carnà

𝐔𝐍 𝐆𝐈𝐎𝐑𝐍𝐎 𝐃𝐀 𝐑𝐈𝐂𝐎𝐑𝐃𝐀𝐑𝐄 𝐓𝐔𝐓𝐓𝐎 𝐋’𝐀𝐍𝐍𝐎

“Per ricordare non basta un giorno, quando la follia che racconta la diversità si manifesta in ogni uomo che discrimina.”

Questo il messaggio che ICEI vuole divulgare, un annuncio che ormai si è reso cantilena e le cui parole sembrano diventate un ritornello degno dell’attenzione di un distratto.

Ma quella selvaggia brutalità che oggi pensiamo sconfitta persiste come idea, ancora aleggia tra le persone come un demone mentitore che confonde e che alle menzogne mescola anche la verità per indebolire.

27 Gennaio… e il ricordo di quel giorno in cui il buio fu illuminato, ma di una luce che negli anni inizia ad affievolirsi, e che inizia a rivelare le ombre nascoste che facciamo finta non esistano.

L’olocausto è il nostro unico parametro con cui valutare l’importanza della pace, attraverso la shoah ascoltiamo il lamento di una guerra lontana che minaccia la serenità di tutti, un rumore distante che ha rappresentato l’urlo più disumano e anche quello più disperato.

L’olocausto rappresenta l’uomo e le sue ambizioni, nel suo significato più profondo si menzionano la “tempesta devastante” che si cela nel concetto di superiorità: che vuole dire fame, malattia e privazione, nel suo significato emerge tanto la sofferenza in chi crolla quanto il dolore dei sopravvissuti.

Per ICEI questa ricorrenza pretenderebbe il dazio di un anniversario al giorno, un obbligo umano che purtroppo si fa legge solo periodicamente, come un’abitudine che pulisce le coscienze e alimenta l’ignoranza di chi non vuol vedere.

Siamo tutti figli di questa memoria che è una madre che ricorda i nostri errori, una madre dai consigli saggi che non vuole essere interpretata ma compresa, una madre che ci protegge dalle decisioni sbagliate e ci resta a fianco pronta a rievocare la sua lezione di umiltà e fratellanza.

ICEI comunica al mondo con la voce di questa madre il proprio messaggio, rievocando una storia che molti pensano di conoscere ma che è custodita in pochi, vecchi, stanchi cuori… quelli dei pochi superstiti che dovremmo innalzare a monumenti viventi.

Ma il mondo tradisce e le promesse non sono più sacre, e il ricordare le vite scomparse di milioni con i loro profumi di bianco pulito, le proprie credenze dal verde smeraldo e i propri scordati baci insaporiti dal rosso… sono sepolte sotto la fuliggine di un forno che ancora piove sulle nostre teste abbassate e stanche.

Ascoltare è il primo presupposto della memoria ed è alla base di ogni promessa, quella di un impegno che l’Istituto Culturale Ebraico Italiano non spezzerebbe mai, evitando l’errore più facile da commettere che è vivere senza toccare il dolore, raccomandandolo ad altri e liberandosi delle responsabilità di divulgarlo… come molti oggi stanno facendo

Quanto sta accadendo avrebbe dell’incredibile in un mondo perfetto, ma ormai abbiamo la pelle spessa quando le sofferenze non sono nostre, sebbene partorite dal peggior errore che è il primo errore dell’uomo… l’indifferenza.

… e quando guardate il futuro, pensate che i mostri esistono… e forse albergano deboli in qualunque divergenza, per farsi forti in ogni cuore rabbioso.