di Maria Grazia Carnà

 

Sabato 3 Febbraio, a Perugia lo spettro di un uomo entrerà in città, trasparente nelle forme e chiuso in un cappotto lungo, passerà tra le vie nascosto sotto la tesa di un cappello grigio, lasciandosi dietro una scia di fumo di Londra, sbirciando le cose da sopra gli occhiali abbassati sul naso.
Due passi e un rintocco il suo rumore, quello di un ombrello che accompagna questa linea d’uomo fino alla soglia della Biblioteca Comunale degli Arconi, in via della Rupe… davanti a questa, in attesa del suo arrivo troverà il Maestro Diego De Nadai, pronto a donare la sua forma fisica per esserci, in un connubio di metafisica che unisce astratto fino a rendere il pensiero solido. Insieme saranno i portatori della malinconia dei filosofi, aprendo a tutti quel diario intimo che sfoga la crudeltà quotidiana evadibile solo grazie a piccoli attimi di nobiltà d’animo, nascosti nei piccoli gesti, nelle attenzioni tra individui e a quelle distaccate visioni a cui aggrapparsi per sopravvivenza.
All’interno del Teatro il pubblico in silenzio aspetterà un’esperienza aulica, coordinata dalla sensibilità indubbia della Regista Maria Buongiorno, capace di dirigere il bello quanto di liberarlo nelle sue poesie.
Una serata per spalancare le porte dell’anima, mostrando nello spazio limitato di un teatro, un universo intero dove rendere ognuno talmente piccolo da sentirsi inadatto e poter provare l’inquietudine che sprona a comprendere la realtà degli altri… tremando nudi e infreddoliti di fronte all’inevitabile sconfitta del corpo e dei desideri materiali, e aprendo lo scrigno in cui al buio giaceva la brama di fonderci al pessimismo presente nel tutto.
Il Maestro De Nadai reciterà la fiaba che svela l’intreccio universale, dove ciascun elemento esiste e dipende in funzione di ogni particella costituente, creando un legame fondamentale che prende il nome di solidarietà.
Fernando Pessoa s’incarnerà nel Maestro De Nadai per dar vita ad una serata importante, durante la quale ridare vita per qualche ora all’inquietudine di un grande autore, che mai nichilista in senso negativo, distruggeva se stesso per mostrare a chiunque quel semplice spazio tra sè e sè.
La Poesia, quella bella e che apre la mente, aspetta chiunque voglia esserne pervaso e riempito… un evento che sarà esperienza richiamando quel passato che ci ha reso ciò che siamo, per riscoprire di credere ancora nell’amore riconoscendo il dolore di essere usati… comprendendo ciò che in fondo li accomuna rendendoli uno.