di Pasquale Muià

I libri di Storia non ne parlano. Pochi sanno che Rizziconi fu tristemente protagonista dell’unica strage nazista compiuta in Calabria. L’eccidio fu una strage nazista compiuta il 6 settembre 1943 dalle truppe in ritirata dal Sud Italia. I tedeschi erano stanziati nella piana di Gioia Tauro, tra Taurianova e Cittanova, per un’improbabile difesa del continente. I contatti tra gli anglo-americani, che erano sbarcate in Calabria il 3 settembre 1943 e la popolazione locale furono la causa della strage: alcuni abitanti di Rizziconi avevano tagliato i fili del telegrafo, interrompendo le comunicazioni dei tedeschi, che reagirono sparando contro due soldati inglesi. I nazisti decisero poi di prendere a cannonate il paese, massacrando anziani, donne e bambini: bombardarono il paese dalle 14 alle 16 e dalle 18 all’alba. Non si fermarono neppure quando gli abitanti issarono una bandiera bianca in segno di resa sulla chiesa di San Teodoro.

Alla fine si contarono 56 feriti e 16 morti.

Per non dimentica l’orrore di quelle ore e l’orrore delle guerre, giovedì 21 dicembre alle ore 17 presso la Saletta Municipale del Comune di Rizziconi l’ANPI provinciale di Reggio Calabria, con il patrocinio del Comune di Rizziconi, si svolgerà l’incontro “1943-2023. 80° Anniversario Eccidio Nazista di Rizziconi”. Un momento di confronto per non dimenticare l’eccidio di Rizziconi”.

Questi accadimenti sono pressoché sconosciuti sia fuori che dentro i confini regionali: ci sono voluti ben 73 anni perché la strage di Rizziconi venisse annoverata ufficialmente fra i crimini di guerra dei registri ufficiali. La memoria collettiva locale – secondo un comunicato della sezione ANPI dell’Area Metropolitana – deve continuare a preservare il ricordo della strage.

“Il 21 dicembre l’ANPI si ritrova a Rizziconi per mettersi in piano con la storia – commenta Vincenzo Calò, Segreteria Nazionale ANPI -, per celebrare l’ottantesimo anniversario di quell’eccidio perpetrato dai tedeschi in ritirata in data 6 settembre ’43, nel quale persero la vita 17 persone, più di 50 furono i feriti. Non è il primo, alcune stragi sono addirittura antecedenti allo sbarco delle truppe anglo americane in Sicilia, ma di sicuro è l’unico in Calabria (sino a che la storia non emette nuovi verdetti). Con esso evochiamo il sacrificio di coloro i quali scelsero di non ritrarsi difronte alla barbarie in nome della libertà e della dignità umana. Concetti sconosciuti ai nazisti e ai fascisti. Ricordare è il monito che rivolgiamo alle nuove generazioni, in nome di quella grande battaglia di unità che mise insieme il sud e il nord del Paese, perché nessuno si sentisse solo, perché nessuno rimanesse in dietro e perché – conclude la Segretaria Nazionale – venisse consegnato alla verità storica il contributo fattivo dei meridionali e di tutto il sud del paese alla causa della liberazione d’Italia dal nazi- fascismo.