𝐝𝐢 𝐆𝐢𝐚𝐝𝐚 𝐎𝐩𝐩𝐞𝐝𝐢𝐬𝐚𝐧𝐨

Il problema è evidente. Sotto gli occhi di tutti. Specialmente in quello delle donne, che ancora nel terzo millennio, in una società che si declama progressista continuano a vivere la discriminazione di genere. Con particolare riferimento nel contesto lavorativo. Dell’argomento se ne è discusso presso la sala congressi di Palazzo Amaduri di Gioiosa Ionica. L’evento svoltosi a conclusione del progetto transnazionale Learn2Be, iniziato lo scorso luglio e realizzato dall’associazione Eurokom, ha visto la partecipazione di personalità di grande rilievo quali Tonia Stumpo (Consigliera regionale di parità della Calabria), Caterina Vaiti (Segretaria regionale CGIL Calabria), Raffaella Rinaldis (Direttora di Fimmina TV), Alessandra Tuzza (Direttrice Edic Calabria Europa) oltre alla presenza del sindaco di Gioiosa Ionica Luca Ritorto. Tanti gli argomenti affrontati, in una mattinata ricca di interventi tutti volti a sfondare il cosiddetto glass ceiling, il soffitto di cristallo che ancora oggi preclude alle donne l’accesso a posizioni apicali in ambito lavorativo. Le difficoltà aumentano poi se la donna lavoratrice è una donna con disabilità. Molto spesso quest’ultima si ritrova all’interno di strutture non attrezzate ad accoglierla.

Tanti i passi avanti fatti in questi anni. Ma ancora molti problemi da risolvere. La consigliera regionale Stumpo non li manda a dire e chiaramente dichiara il suo dispiacere in seguito al fallimento di disposizioni importanti. Manca la Certificazione di Genere che per la prima volta faceva sì che le aziende sopra i 50 dipendenti certificassero il rispetto delle pari opportunità.

“Abbiamo fatto un passo indietro, nessuno – ha affermato – deve rispettare il 30% per l’assunzione di donne e giovani. Il codice degli appalti ha oscurato totalmente l’assunzione di donne e giovani derivanti da contratti PNRR. Oggi non c’è più la necessità di rispettare la certificazione di genere. Ripartiremo dalle disposizioni buone”.

La figura della Consigliera per le pari opportunità è una figura molto importante sostiene la sindacalista Vaiti che ha proposto di tradurre la piattaforma BelleCiao della CGIL a livello regionale e locale per far sì che si crei un contatto diretto con le consigliere di parità. Vaiti si è battuta per il miglioramento della certificazione delle parità di genere e soprattutto per la questione degli infortuni.

“Oltre alla cultura patriarcale – ha sostenuto – è il welfare a non aiutare le donne, è importante cominciare a parlare di politiche di parità già dalle scuole primarie. La famiglia e la scuola sono le due cellule sulle quali si deve intervenire”.

Vaiti ha proposto di avviare un progetto regionale con le donne e gli uomini sensibili all’argomento, per introdurre almeno un’ora a settimana di educazione civica al femminile nelle scuole.

L’obiettivo dell’incontro è stato quello di redigere un documento contenente varie proposte volte ad agire e non soltanto a fare retorica sull’argomento. Il documento verrà tradotto in più lingue e sarà fruibile a livello internazionale grazie al lavoro svolto dalla Europe Direct di Gioiosa Ionica. Tra i punti principali proposti: il mantenimento di forme ibride di formazione nonché il mantenimento dello smart working per agevolare il rapporto tra lavoro e famiglia, l’attenzione alle donne disabili e all’accesso nel mondo del lavoro, l’urbanizzazione della cittadina e delle imprese, un maggior apporto alle politiche di welfare a sostegno delle donne che non si fermi alla realizzazione di asili nido, ma che vada ad investire anche gli ambiti di zona.