di Maria Grazia CarnΓ 

Una serata inizia piena di stelle nel fresco ristoro dopo una giornata arsa, il mare nascosto nell’ombra canta la sua presenza sciabordando, e nel profumo salmastro il passeggiare di ogni sera, tra coppie ammanettate dall’amore e bambini che giocano rincorrendosi, poi tra un’onda e l’altra il silenzio raccoglie alcune prove tecniche che annunciano un concerto, e una voce narrante, quella del Direttore Artistico Vincenzo Staiano, descrive con passione l’inizio di una serie di incontri dal titolo “Rumori mediterranei”.
Questa prima serata, dedicata ad alcuni “jazzisti” di culto, Γ¨ stata come una trivella che ha scavato nel passato alla ricerca dell’essenza di questo stile fino a ferire la musica, da cui uno zampillo di oro nero si Γ¨ impadronito delle casse acustiche, che sanguinando la stessa passione di ieri, ancora oggi alimenta i nuovi artisti… per legare tutti i presenti ad un senso comune, che nascente dal fruscio romantico di un grammofono, si Γ¨ evoluto fino a contorcersi nella modernitΓ  improvvisata.
Le note diventano così la base per un significato che si consolida nei dialoghi tra gli strumenti, per un linguaggio antico come il mondo che risorge ogni qualvolta si annuncia il jazz.
Un “sax appeal” irresistibile trasuda dal sudore dei geniali musicisti della “Jazz Back To Grammo”, che dai suoni imperfetti di un 78 giri hanno saputo improvvisare e ripulire brani classici, in una scalata alla vetta che Γ¨ culminata con uno straordinario Inno di Mameli che ha portato le mani a premere il petto.
La musica che si muove lungo il viale dedicato a Sisinio Zito non Γ¨ analizzabile, ma Γ¨ libera come un irrisolvibile disordine da cui si puΓ² assaporare l’armonia ma senza porsi domande, suoni che non mostrano significato nei modi e neppure nella forma, ma Γ¨ puro talento che si aggrappa al vissuto e si traduce in visione del futuro.
Poi, dopo un lungo applauso che saluta i primi artisti, arriva l’ora della Banda Ikona, con il loro progetto “Mediterraneo Ostinato”, che raccontano storie nel linguaggio arcaico del mare, quell’esperanto antico chiamato Sabir… e tra ritmi travolgenti e virtuosi assoli, quella lingua che univa ogni popolo intorno al mare diventa di tutti e facile da comprendere, alzando a concetto quell’unione che allora era esigenza ed oggi Γ¨ necessitΓ .

Il piacere che dona la musica non finirΓ  in una serata, ma si concederΓ  come una madre della riflessione ed un padre che dal mare porta abbondanza… richiamando ogni figlio di questo nostro mediterraneo per altri incontri e per realizzare il miracolo della musica, quello che appiattisce le differenze e mostra ogni colore come luce, uguali e amici in nome di una musica, che meglio di qualunque altra cosa, esprime la libertΓ .

Il Jazz Festival Rumori Mediterranei, kermesse ormai storica quest’anno dedicata al recentemente scomparso Tony Bennet, proseguirΓ  fino al 03 Settembre con incontri giornalieri che potrete trovare sul sito ufficiale:
https://www.roccellajazz.org/

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