di Maria Grazia CarnΓ 

 

Quando il teatro nasceva e la sua prima rappresentazione prendeva forma, era giΓ  innovazione anche se visto con gli occhi maturi dei tempi moderni.
Eschilo ci racconta di una sconfitta, e decide di farlo come un perdente che non si aggrappa a nessuna scusa, narrando di un popolo fiero ma spaurito, e insegnando a noi posteri che la veritΓ  e la giustizia perde ogni guerra, costruendo una realtΓ  dove lealtΓ  e amicizia sono inutili e dove l’immolazione alla causa Γ¨ un prestigio che rende dolce anche la morte.
Mariano Rigillo porta in scena la modernitΓ  rispolverando l’antico, soffrendo delle sconfitte di un popolo per acquisirne la saggezza… perchΓ¨ solo il fallimento prepara l’uomo a comprendere il senso di una vittoria.
Locri si Γ¨ cosparsa di sabbia di Persia per una sera, mentre il cielo cercava di trattenere la pioggia per lasciare che tutti, sotto di esso, potessero gioire dell’arte.
Una madre che fΓΉ regina ha raccontato al pubblico la tragedia di non sapere le sorti di un figlio, mentre dialoga tra disperazione e inutile speranza sballottata dai suoi stessi sentimenti che la renderanno muta.
Una danza di coppia che sembra essere una lotta interna e, mentre la guerra infuria e porta notizie di morte, gli animi si ritmano di ragioni e paure… e coloro che dovrebbero essere portatori di consiglio, tornano ad essere due uomini dalla profonditΓ  monocromatica di chi Γ¨ giΓ  vittima, in primis di sΓ© stessi, per poi lasciarsi sommergere dalla sabbia, uno per sopravvivere alla ragione assoluta, e l’altro per il timore lacerante di sbagliare.
Il cielo di Locri ha donato occhi di stelle a questa rappresentazione e solo alla fine, mentre il significato si copriva di sabbia rilasciata lenta dagli attori, dall’alto lasciava cadere la pioggia ormai incontenibile… forse rimasta in sospeso per lasciarci capire o forse per bagnare e dissolvere quella sabbia che tutto copre.
Si potrebbe parlare ore di ciΓ² che piace, ma i ringraziamenti pretendono il loro spazio, iniziando dalle ombre che si nascondono dietro il palco, con un elogio particolare al tecnico delle luci che Γ¨ uscito vittorioso dalla sua lotta contro la pioggia.
Grazie a tutta la compagine di attori, per i quali le parole si spengono in un inchino… Anna Teresa Rossini e Mariano Rigillo anfitrioni della serata che si Γ¨ svolta presso il Palatium Romano di Quote San Francesco, e diretta da Patrick Rossi Gastaldi con le musiche di Francesco Gardinelli, il tutto grazie alla collaborazioni di GAL Terre Locridee, IMAIE, APS, Frujt, Troiolo Bus e AZ Car Service.
Un particolare plauso a Silvia Siravo, forte e passionale, Alessandro D’Ambrosio e le sue grandi doti attoriali, Stefano De Maio che ha reso Serse un uomo tra gli uomini e Alessio Caruso ipnotico e geniale come pochi.
Una bella serata si Γ¨ consumata arricchendo ognuno dei presenti in un saluto che Γ¨ una pena, uguale al saluto di un amico che vorremmo tornasse subito.

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