di Maria Grazia CarnΓ 

L’urlo di molti (ma non di tutti) che cantava β€œMeno male che Silvio c’è!”, da oggi diventerΓ  una bugia. I notiziari accantonano ogni evento e si tingono del monocromatico elogio funebre per un solo uomo, che resterΓ  dipinto nella storia Italiana con qualche sfumatura fosca, anzichΓ© del tricolore della propria bandiera politica.

Silvio Berlusconi, amato e detestato, osannato e biasimato, rimane imbalsamato nelle menti anche adesso che con fatica lo immaginiamo spento; lo sprezzante condottiero di una guerra di molti a favore, forse, di pochi.

Ma le polemiche e la politica si inchinano e si fanno da parte… perchΓ© entra la morte. Si era camuffata da malattia per entrare nella sua vita e iniziarlo al passaggio, senza essere vista neppure da lui che forse credeva veramente, come affermava, che avrebbe vissuto 120 anni.

Ma la veritΓ  arriva per tutti, anche per chi poteva comprare tutto tranne la salute, lasciando un corpo asciutto di forza su cui piangere o su cui emettere sentenze. Una storia Italiana si spegne tra periodi brillanti e alcuni decisamente fiochi ed al limite della visibilità… una nebbia che per molti circondava il Cavaliere rendendolo misterioso e capace di trame al limite dei romanzi spionistici, ma che forse in cuor suo, credeva realmente alla propria causa.

Dopo tutto Γ¨ stato lo showman della politica per molti anni, che ogni mattina ha accompagnato i caffΓ¨ degli italiani tra barzellette scollacciate e marachelle in stile Pierino. Erigendo un Impero da conquistatore d’altri tempi, che ricco e sfarzoso, si Γ¨ perso tra balletti satirici e scandali con protagonisti uomini e donne che forse avrebbero meritato il silenzio delle cronache.

… ma la storia Γ¨ fatta anche di questo! Di personaggi eccentrici che conquistano intere nazioni, col plauso dei posteri per quei molti astanti che non hanno vacillato in fronte alle lusinghe di un Leader, solido nelle parole e meno nelle idee, ma capace di far esultare una folla gridando il suo nome.

Il Re si Γ¨ spento e lascia un trono vuoto e una corte confusa, lontana dalla soliditΓ  politica ma perseverante nelle proprie ambizioni, quelle in cui molti si rivedono ancora oggi e che vorrebbero fossero le proprie. Ed ora che anche per lui Γ¨ arrivato il tempo di un epitaffio, ognuno scriva ciΓ² che vuole, tanto avrΓ  certamente meritato una poltrona tra coloro, che per un motivo o per un altro, dovranno essere ricordati.

Dopo tutto qualcuno diceva, guardandosi allo specchio: β€œpurché seΒ neΒ parli!”

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