di Cristina Briguglio

 

La ricerca archeologica in sinergia con la ricerca e lo studio letterario per scoprire ancora novità in uno dei maggiori scrittori italiani: Corrado Alvaro. Il Museo dell’Antica Kaulon in collaborazione con la Biblioteca di Soriano Calabro a Monasterace per giovedì 15 febbraio ha organizzato un incontro culturale per sapere di più sulle “Donne nella letteratura di Corrado Alvaro”.

Nei grandi scrittori spesso narrativa e vita si confondono, sono vasi comunicanti. Nella produzione letteraria di Alvaro le figure femminili rappresentano uno spartiacque, una delle possibili chiavi interpretative della sua attualità.

Medea, Melusina e tutte le altre diversissime donne che popolano i suoi racconti, le sue tragedie, i suoi soggetti cinematografici e i suoi scritti giornalistici, sono personaggi complessi, affascinanti e misteriosi.

Anche se non riescono ad esaurire del tutto la raffigurazione degli stili di vita di un periodo in cui le donne iniziavano a interrogarsi sulla propria identità, sul proprio corpo, sulla propria sessualità e ad affermare la propria presenza intellettuale, tuttavia rappresentano l’interesse di Alvaro verso l’esplorazione di una “diversità”, di un mondo indecifrabile e spesso inconoscibile per gli uomini.

Egli è, in qualche misura, consapevole di non poter comprendere appieno la pluralità femminile, ma ne è incuriosito, e questo aspetto della sua poetica si risolve nelle evocazioni, negli accenni e nell’ironia. Forse proprio per questo le descrizioni delle sue eroine, anche quando partono da un dato realistico, non si esauriscono in esso.

Probabilmente, il rapporto di Alvaro con l’universo femminile, e con la realtà tout court, è stato mediato dai legami che egli ha stretto con alcune intellettuali di grande spessore   che hanno influenzato e condizionato il suo carattere, il suo stile e anche la sua professione di scrittore.

La scrittrice partigiana Alba De Cespedes, la moglie -traduttrice e scrittrice- Laura Babini, la poetessa Cristina Campo, l’attrice e regista Tatiana Pavlova sono solo alcune di queste. Sono donne

che ritroviamo nei carteggi, negli affreschi sparsi, negli appunti, nelle pagine di diario e che, naturalmente, ritroviamo sublimate e reinventate nei racconti, nei romanzi e nelle tragedie.

Purtroppo l’analisi di questo aspetto ha trovato poco spazio nella critica, che ha preferito oscillare tra l’esaltazione di elementi conservatori e residui di nostalgia di un mondo patriarcale e “primitivo” e ha bollato come moralisti i suoi tentativi di analisi e interpretazione della contemporaneità.