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La solita strada, bianca come il sale/ Il grano da crescere, I campi da arare Guardare ogni giorno/Se piove o c’Γ¨ il sole. Per saper se domani/Si vive o si muore. E un bel giorno dire basta e andare via

Ciao amore, ciao amore ciao

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Andare via lontano/A cercare un altro mondo
Dire addio al cortile/Andarsene sognando
E poi mille strade grigie come il fumo/In un mondo di luci sentirsi nessuno
Saltare cent’anni in un giorno solo
Dai carri dei campi/Agli aerei nel cielo
E non capirci niente e aver voglia di tornare da te

Ciao amore, ciao amore ciao

Non saper fare niente in un mondo che sa tutto/E non avere un soldo nemmeno per tornare.   

(Luigi Tenco)

Nel 1964,  cinque anni dopo il viaggio sulla β€œLunga strada di sabbia” e la polemica sui β€œbanditi” di Cutro, Pasolini torna in Calabria e  scrive: Il paesaggio calabrese si esalta, con i suoi meravigliosi contrasti naturali, in cui a dolci pendii si contrappongono violenti sbalzi rocciosi…In Calabria Γ¨ stato commesso il piΓΉ grave dei delitti, di cui non risponderΓ  mai nessuno: Γ¨ stata uccisa la speranza pura, quella un po’ anarchica e infantile di chi vivendo prima della storia ha ancora tutta la storia davanti a sΓ©.

Oggi, di fronte alle nuove sfide che dovranno vedere la Calabria protagonista  con un ritrovato entusiasmo sociale e collettivo, investendo  energie e risorse finalizzate ad  una effettiva crescita socio-economica, occorre, nel contempo, avere la capacitΓ  di ri/mettere in gioco la Cultura e il Paesaggio  come riconoscimento Identitario, per raccontare ed esprimere un messaggio forte che la nostra Regione deve poter lanciare proprio percorrendo una delle strade piΓΉ  tormentate d’Italia β€œ: la statale 106, la cosiddetta “strada della morte”, che noi vorremmo che venisse anche vista come la β€œLa Lunga Strada della Vita Culturale”, che comprende scrittori, scrittrici, uomini e donne di cultura, artisti, artiste  e beni culturali, al fine di attribuire un nuovo senso a questa strada, oggi  solo raccontata e rappresentata  nella sua pericolositΓ .

Fermo restando la necessitΓ  di un nuovo percorso, come si richiede da tempo, abbiamo iniziato una riflessione sulla necessitΓ  di portare avanti un progetto che dia una nuova rappresentazione della 106, al fine di produrre, attraverso una docu-fiction, un β€œroad movie” che viaggia su due livelli: quello paesaggistico e quello storico-culturale, senza trascurare alcuni tratti della storia industriale. Un itinerario che invita a ripercorrere i luoghi vissuti dagli uomini e dalle donne di cultura del presente e del passato. Vorremmo realizzare un lavoro per indurre il visitatore a godere delle ricchezze artistiche, archeologiche e naturalistiche del territorio, apprezzandone anche la tradizione enogastronomica. 

In questo modo auspichiamo di raccontare la Calabria come un odierno presidio, da tanti punti di vista, dell’Europa del sud. La Statale 106 Γ¨ l’unico fiore di un’agave morto da tempo, che sopravvive al di fuori della storia.

La Statale 106 vive, anch’essa poeta, e declama la sua poesia.

Eugenio Liyoi, regista; Maurizio Paparazzo, regista e sceneggiatore; Massimo Russo, sceneggiatore ;Giovanni ScarfΓ², regista e sceneggiatore – Presidente Centro Studi Ricerche e Formazione β€œFrancesco Misiano”