di Maria Grazia CarnΓ 

𝐋𝐀 π™πˆπ€ 𝐂𝐇𝐄 πˆππ’π„π†ππ€ πˆπ‹ π‚πŽπ‘π€π†π†πˆπŽ πƒπˆ π€πˆπ”π“π€π‘π„ π†π‹πˆ π€π‹π“π‘πˆ

Bisognerebbe chiedere il permesso ai bambini racchiusi in ogni cuore, per poter scrivere di Zia Caterina, che ha deciso di riempire lo spazio ormai vuoto di un lutto con la materia di cui Γ¨ fatta l’amicizia.

“Cara Zia Caterina,

mentre vestivi la gioia variopinta della solidarietΓ  nel tuo taxi, scagionavi bambini dalla sentenza di una diagnosi, liberandoli dalla bugia adulta che insegna che solo chi sogna puΓ² volare.

La tua speranza e la tua voglia di aiutare l’hai sempre condivisa, donandola a qualcuno che l’ha posseduta, poi protetta e infine condivisa, rendendola una forza di tutti ma nata da te.

Scoprire di essere un simbolo, sulla soglia tra la sinceritΓ  di una diagnosi e la favola percepita nelle tue azioni, dimostra la soliditΓ  di un pensiero e la fragilitΓ  di realizzarlo, mentre ciΓ² che potresti fare scorre lento come foto impressa sul soffitto di una stanza di ospedale.

Nel mondo degli uomini, dove ognuno guarda se stesso, anche l’altruismo si svende all’apparire, ma nelle tue azioni ci sono storie descritte al passato e pensieri espressi al futuro, lasciando il presente abitato da mille volti sorridenti e grati.

Le migliori intenzioni sono quelle che cambiano la realtΓ , travisando nel suo cupo scorrere fiabe che cambiano colore alle cose e filastrocche che addormentano i bambini, poesie descritte nelle tue azioni e prosa che suona come la risata di un bambino calvo che ti abbraccia prima di entrare in ospedale.

Nell’elegante naturalezza dei tuoi gesti, risolvi l’arcana domanda dell’esistenza, quello sforzo di darci un senso, soliditΓ  e regole, risolvendo l’enigma in cui la vita fa di noi ciΓ² che vuole, mostrandoci il torpore che rende fragili di quando gli ostacoli sono piΓΉ alti di noi.

Sei la gioia di chi ti conosce, ed hai compreso che se il dolore Γ¨ un sentimento privato, non resta altro da dare che piccoli attimi di serenitΓ  che andranno a mitigare momenti e rigenerare la capacitΓ  di stupirsi per qualcosa di cui gioire.”

Lascio questa lettera aperta perchΓ© la tua storia non Γ¨ ancora finita, e nell’attesa che tu ti rimetta, aspetto la tua guarigione per poterti scrivere il suo finale.

Zia Caterina, al secolo Caterina Bellandi, Γ¨ ora vittima delle complicanze da Covid, che le hanno impedito di proseguire la sua opera di accompagnatrice, giocosa e surreale, per bambini affetti da patologie importanti… a Lei auguriamo pronta guarigione e la esortiamo a tornare presto alla sua missione.

β€œLa Forza che torna dalle azioni svolte Γ¨ la vera cura per tutto.”

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