di Redazione

Il diciotto gennaio del 2024 saranno trascorsi 30 anni da quando, quella che doveva essere un normale, turno di sorveglianza per garantire la sicurezza di un gruppo di magistrati di Messina giunti a Palmi per interrogare il pentito Luigi Sparacio, la loro Alfa 75 fu affiancata da una Fiat Regata, dalla quale vennero esplosi decine di colpi di fucile caricato a pallettoni e raffiche di mitra. Per Antonino Fava, 36 anni di Taurianova, padre di tre figli, e Vincenzo Garofalo, 31 anni di Scicli con due figli, non ci fu scampo.

Per non dimenticarli, nello stesso giorno, l’arma li ricorderΓ  alle 09.00 con una Santa Messa presso la Cattedrale di Palmi (RC) officiata da Don Aldo Ripepi, Cappellano Militare e alle ore 10:00 con la deposizione di una corona d’alloro presso il cippo commemorativo sito sull’A2 km 420+850 nei pressi dello svincolo di Scilla, sede Sud. Ai due momenti commemorativi presenzierΓ  il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, Generale di Brigata Cesario TOTARO. Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, poco prima delle 20.00, erano partiti dal carcere di Palmi per ispezionare la corsia sud dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, fino a Villa San Giovanni, per garantire la sicurezza di un gruppo di magistrati di Messina giunti a Palmi per interrogare il pentito β€œche girava in Ferrari”, Luigi Sparacio. Gli inquirenti, infatti, dovevano rientrare nella cittΓ  siciliana e c’era il timore che potessero essere oggetto di attentati.

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