di Maria Grazia CarnΓ 

Sono iniziate le iscrizioni al Concorso Nazionale di Poesia per la Shoah, ormai giunto alla sua quarta edizione dopo il successo delle precedenti e che divulgando la poesia porta avanti grazie alla sua fondatrice un messaggio:
β€œRICORDARE, per non dimenticare mai!”.
La memoria Γ¨ cultura e l’educazione al sapere ha bisogno di esempi, poche parole che seguono le azioni senza chiedere nulla indietro, questo per redigere un futuro contenibile in una manciata di valori, quelli che cambiano il mondo se riflessi nei giovani occhi di chi dovrΓ  sostenerne il peso domani.
Quanti β€œperchè” frenano il pensiero storico raccontato sui libri, quesiti a cui nessuno risponde.
Quanti β€œperchè” rimangono irrisolti nelle giovani menti, rendendole pigre e senza punti di riferimento.
Quanti β€œperchè” potremmo frantumare, spiegando la vita di alcuni che la storia l’hanno vissuta e ne sentono il peso sulle spalle.
Esistono persone che sono portatori di un messaggio, individui straordinari che arrivano alla vita per saziare questi β€œperché”, e lo fanno con la forza delle esperienze, ornate di quell’abito mentale che sfiora gli eccessi filosofici, per cui la fede di uno riempie l’agnosticismo di altri e l’ateismo di un altro si tramuta in una preghiera di speranza.
Esistono individui in grado di istruire, persone che conoscono il cuore e che comprendono la mente, fino a confonderne la natura e renderli tutt’uno, che risolvono l’enigma della bellezza e lo donano a chi, prigioniero della logica, afferra un coltello senza manico tagliandosi le dita e che mutilati provano ad indicare un punto che neppure conoscono.
Questo sono gli Ambasciatori di Pace, scelti per risolvere l’ingarbugliato groviglio tra logica e sentimento, e che senza voler nulla incidono nel futuro la storia del passato di tutti, per ricordarci l’uguaglianza e per riesumare quegli errori che vorrebbero fare ritorno.
Una tra questi Γ¨ la Prof.ssa Miriam Jaskierowicz Arman, personaggio di spicco in molti ambienti e dal vasto curriculum del quale non ama citare mai niente, eclettica artista che restituisce ad esperienza mistica ogni giorno della sua vita, dolce come un poema e risoluta come quel dovere che la sprona ad essere un esempio, ma non insegnando, bensΓ¬ mostrando la sua vita come un’opera dedicata ad un principio.
In Lei ogni cosa Γ¨ cultura e ogni gesto un significato, e mentre la sua vita si colma di uno scopo le polemiche di chi giudica si rendono insignificanti, ma cresce e si alimenta in chi sa vedere e ascoltare una luce, in chi conosce la differenza che brucia l’ingordigia di denaro ed evapora la bramosia di superioritΓ , per mostrare un individuo pulito dagli sbagli del mondo ma preparato alla sconfitta perchΓ© giΓ  conoscitore della vittoria.
Un nuovo obiettivo si pone adesso dinanzi all’Ambasciatrice Jaskierowicz Arman, ed Γ¨ una missione difficile, come quella di chi vuole fare arte lasciando emergere le doti poetiche di autori che rimarrebbero altrimenti sconosciuti. Una possibilitΓ  di essere letti e compresi, regalata da chi sente il desiderio di scoprire senza nulla ricevere, quella di un concorso che non chiede quote di partecipazione nella convinzione che l’investimento migliore sia, per un autore la gioia di svelarsi, e per gli organizzatori il piacere di dare una nuova percezione alla storia, manifestando il segreto che si cela dietro un poeta che rammenta chi siamo oggi esaminando chi siamo stati allora.
Quando interpellata a proposito delle difficoltΓ  incontrate per la realizzazione del suo concorso letterario, la Prof.ssa Arman ha risposto:
β€œLa prima delle difficoltΓ  Γ¨ stata anche la prima delusione, ritrovandomi sola in mezzo a tanti ad organizzare un progetto che sulla carta aveva trovato visi sorridenti e parole di conforto, mentre nel momento di agire quei volti si sono voltati e le parole sono calate nel silenzio.
La seconda delle tante altre difficoltΓ  Γ¨ stata, ed Γ¨, che ognuno giudica gli altri col proprio metro. Ed ho sofferto molto nel leggere di qualcuno, che giudicando senza comunicare e traendo conclusioni senza ascoltare, possa aver pensato che organizzare un concorso sul tema possa avere scopi diversi dal divulgare una reminiscenza che riporti un passato scomodo a galla, e che non avessero compreso che alcuni compiti possano essere svolti senza interesse, nel rispetto, senza disturbare nessuno che non fosse interessato alla stessa causa.
A costoro dico: che ostentare il proprio scetticismo rende rabbiosi, e rifiutare la buona fede degli altri ci rende tristi, una fusione di sentori che acceca dinanzi al bene e stizzisce della volontΓ  degli altri… un orientamento inutile e distruttivo, quando basterebbe solo chiedere senza giudicare e, mettendo da parte l’ego, essere sempre disposti al confronto ed al perdono.”
Questo sarΓ  un premio ricco di interessanti rivelazioni arrivato ormai alla sua quarta edizione, in cui ogni partecipante contribuirΓ  al ricordo sulla Shoah aggiungendo coi propri versi altri piccoli e brillanti istanti di memoria, in cui percepire il dolore che per altri Γ¨ stato tangibile, e facendolo rivivere infinite volte incastonato nelle opere, che grazie all’organizzatrice, si rifletteranno su chiunque abbia voglia di ascoltare, per amplificarsi come un canto di cui ognuno dovrebbe conoscere le parole… questo l’impegno di Miriam Jaskierowicz Arman, un meraviglioso essere umano capace di vittorie quanto di errori sui quali migliorarsi, ricca di propositi e di slanci emotivi tanto sinceri quanto irrazionali… questo Γ¨ essere Ambasciatrice di Pace, vuol dire essere un personaggio dal valore inestimabile, una donna, un’ebrea, capace di umanizzare il piΓΉ selvaggio avvenimento, in maniera da renderlo ruvido e imperfetto e per questo migliorabile, rendendo fasulla la diplomazia e che piegandosi al volere del vero, trova sempre il senno e le sue regole per conoscere la ragione, e… semplicemente esistendo, dedicare la sua esistenza a chiunque abbia semplicemente scelto di essere la propriaΒ missione.

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