Il crepuscolo scende su Cinecittà. Non è un crepuscolo qualsiasi, ma l’ultimo, quello che tinge il viale del tramonto di una luce arancione, quasi a voler celebrare un’ultima volta l’uomo che ne ha fatto la sua casa. Pippo Baudo non c’è più e il vuoto che lascia è un’eco che risuona nei teatri, negli studi televisivi, nelle case degli italiani. Un vuoto che sa di applausi scroscianti e di lacrime asciugate in fretta, di risate genuine e di silenzi che pesano come macigni.

Pippo, il Pippo nazionale, non era solo un presentatore. Era il custode di un’Italia che non c’è più, l’interprete di un’epoca che profumava di speranza e di futuro. Era l’uomo che, con il suo sorriso bonario e la sua sigaretta accesa, entrava nelle nostre case e ci faceva sentire parte di una grande famiglia. Era il compagno di giochi dei nostri nonni, il confidente dei nostri genitori, l’amico invisibile della nostra infanzia.

La sua carriera è stata un’odissea, un viaggio senza fine tra i generi, le epoche e i volti della televisione italiana, attraverso decenni in cui ha visto nascere e tramontare stelle, scoprendo talenti e celebrando leggende. Ogni sua trasmissione era un capolavoro, un quadro dipinto con cura e passione. Ogni suo gesto era un atto d’amore per il pubblico… quel pubblico che lo ha sempre amato e che ora lo piange.

La sua eredità non è fatta solo di programmi di successo o di record di ascolti, ma da semplici e indimenticabili emozioni, di ricordi, di risate e di lacrime; è fatta della sua capacità di unire il paese, di farci sentire tutti un po’ più vicini, tutti un po’ più umani, tutti Italiani.

Pippo non è morto. Si è solo spostato in un altro studio televisivo, in un luogo dove non ci sono telecamere, ma solo luci eterne e da lassù, continua a dirigere, a sorridere, a vegliare su di noi. La sua televisione non è finita, è solo diventata un po’ più silenziosa. Ma se chiudiamo gli occhi, possiamo ancora sentire il suo “auguri, auguri, auguri” che risuona nel cuore.

Ora giace solingo e tranquillo il Re della televisione, l’uomo che ci ha raccontati un sorriso per volta, una lacrima dopo l’altra.

La Sua voce si è spenta e nel ricordo è viva e luminosa più di prima… e nel ricordo di mille applausi ricevuti possa trovare il nostro abbraccio.

Addio, Pippo. E grazie di tutto.