Allestire un catojo e farlo passare da laboratorio contadino a laboratorio della tradizione Γ¨ la missione che l’Associazione socio-culturale ThΓ©tis APS si Γ¨ posta nel corso degli anni, allestendo il catoio di donna Clementina AttinΓ , bisnonna della presidente e ne ha fatto un luogo di memoria e di messaggio sociale e di bellezza artistica. Non solo, il catoio espone le piΓΉ interessanti sculture della jonica, come la maternitΓ del prof.re Rosario La Seta, opera in gesso del 1984, ma si apre anche alla creativitΓ pittorica e artistica esponendo quadri e versi di poesia.
Nel catojo convivono tranquillamente creazione artistica e memorie dell’arte contadina in un connubio di stupore e cultura. Ultimamente l’Associazione ThΓ©tis, da anni impegnata a divulgare cultura, ha aperto il catojo alle maestranze artigiane del riciclo, un gesto che incentiva il rispetto dell’ambiente e mira a diffondere la concezione che anche il riciclo puΓ² essere sinonimo di creazione, meraviglia e stupore attraverso creazioni che sono messaggeri di luce, vita e bellezza. Con la sinergia creatasi con il laboratorio AlimirΓ² di Marina di Palizzi, il catoio espone le creazioni e l’allestimento voluto proprio da Patrizia Assanti, che di AlimirΓ² Γ¨ la proprietaria e custode creativa. Tra cornici che sembrano argento e che sono fatte di semplici lattine riciclate, tra lettere di pietra che non sono altro che contenitori cartacei di uova, Patrizia ha esposto le sue creazioni, che hanno il pregio dello stupore artistico. Tra monili fatte di reticoli di fichi d’india e vasi che non sono altro che contenitori di zucca, si Γ¨ inoltre mostrata ai visitatori l’arte del komorebi, termine giapponese che indica la danza della luce tra i rami degli alberi del bosco. Patrizia non fa altro che ridare vita alle foglie che andranno a decomposizione nell’humus, con un procedimento quasi alchemico a impatto ambientale zero, per cui le stesse foglie vengono rese immortali in un procedimento che porta alla creazione di fregi artistici tipici del bronzo.Β Ma non solo, si puΓ² ammirare la visione di fiori di cappero o di anacardo in un procedimento rispettoso dell’ambiente e che li custodisce in gioie dall’effetto ambra. Questo Γ¨ molto altro Γ¨ possibile visitare, tra cui il restauro di vecchie sedie che racano impresse poesie dialettali e pezzi di legni intarsiati impressi di poesie, proverbi della tradizione in uno stile che recupera, rilancia il vintage del vecchio West e ravviva l’essenza e la tradizione di una Calabria che Γ¨ stata grande. Un posto dove la memoria della sapienza contadina, della sua saggezza e del suo racconto viene sottratta alla dimenticanza della modernizzazione senza modernitΓ .

Domenico Principato Γ¨ nato il 19.05.1985, fossatese di origine, si Γ¨ laureato in legge con due tesi sulle consociabilitΓ storiche e moderne e sulla rivisitazione della legge Spadoni Anselmi. GiΓ giovane scrive il romanzo Parole d’assalto e inizia l’attivitΓ di Terzo Settore con i Fossatesi nel mondo, occupandosi di cultura.Β Vive da quattro anni a Bova Marina, dove collabora con l’Associazione socio-culturale ThΓ©tis APS. Ritornato in Calabria dopo tre anni di pubblica amministrazione nel Nord Italia, lavora a Reggio Calabria sempre nella p.a. . Si occupa di storia, saggistica, sviluppo sociale dei paesi in via di spopolamento e continua nella ricerca sulle consociabilitΓ meridionali. Γ impegnato nel diffondere la cultura in genere.





