Alvaro Γ¨ stato. Alvaro era ed Γ¨ ancora ora fermo in quel passato, in cui la sua carriera si era fermata, imprigionandolo nei tempi di Pierino e di quando il politicamente corretto non era ancora stato inventato.
Era rimasto racchiuso in quegli anni, in unβampolla di tempo intatta che lo ha trattenuto e poi tramutato nel suo personaggio e che nessuno, neppure chi come lui ha vissuto lΓ dentro, neppure qualche sedicente amico fuggito dalla prigione dellβetichetta, ha voluto rompere.
Alvaro era rimasto incollato a quel costume di scena allora ricco di colori, che col tempo hanno sbiadito sciogliendosi, come il trucco triste di un pagliaccio che deve fare ridere.
Alvaro Γ¨ stato un amico vittima di una malattia di tutti, e di cui tutti siamo untori. La malattia che nasce lenta intaccando lβanima, silenziosa solo in principio, ma che poi inesorabilmente si mostra negli occhi, e in quelli di Alvaro molti leggevano questa delusione.
Per molti la vita Γ¨ un semplice conflitto tra il βchi sonoβ e il βchi vorrei essereβ, per altri Γ¨ un lieve squilibrio impercettibile tra Es e Super-io ma forse, in fondo, talmente in basso da esser detto sottovoce, la malattia sociale Γ¨ una deviazione dellβanima, che piccola, non riesce a contenere e sostenere una personalitΓ espansa, ma non di sostanza, ma di spazi vuoti.
Questo mondo per Alvaro Γ¨ stato amico dispettoso, che lβha alzato prima vittorioso sulle spalle come un trofeo e lβha poi sbattuto a terra lanciandolo dietro le spalle. Sia nemico o amico lβesistere Γ¨ questo, Γ¨ una corda tesa tra un dirupo e lβaltro che pretende equilibrio e dove la gravitΓ fa da coscienza.
Alvaro e gli altri abitanti di quellβampolla in cui il cinema βscollacciatoβ si Γ¨ fermato, amici per lui e colleghi per loro, che da profughi fuggiti hanno lasciato soli chi non Γ¨ riuscito a scappare, senza tendere una mano in soccorso, senza neppure una presenza telefonica che spesso risolve lβenigma della tristezza.
Di ipocrisia si muore, anzi si uccide, perchΓ© la malattia ammazza quando ti stanchi di vivere e di lottare, aggredisce quando il corpo smette di piangere, quando il lamento soffoca, quando la rabbia non riesce ad uscire, quando la solitudine duole come una ferita.
Lβinsoddisfazione ha stretto Alvaro nella morsa della delusione, e lβorgoglio ha schiavizzato quei suoi sedicenti amici che senza sapere, appena fuori dallβampolla dei loro anni dorati insieme, sono rimasti chiusi nella tela di una paura che imprigiona, che piega lβorgoglio rendendo avari ed insensibili agli altri.
La malattia Γ¨ un avviso di come il proprio cammino sia sbagliato e spero che lβinsegnamento di questo meraviglioso attore sottovalutato, Alvaro, insegni loro che basta allargare le braccia per sciogliere i muri, e che lβunica ricchezza Γ¨ il piacere di donare.
Lβipocrisia Γ¨ una malattia che spezza chi la subisce ed ammazza quando stanca di vivere.
E adesso tutti a ricordarlo, tutti che sapevano in silenzio, tutti solidali gli afflitti da questo malanno che uccide e che abbandona corpi ormai svuotati.
Grazie Alvaroβ¦ e te ne vaiβ¦ βcol fischio o senza?β

Maria Grazia CarnΓ Γ¨ nata a Catanzaro e vive a Camini, un piccolo borgo in provincia di Reggio Calabria, dopo gli studi superiori presso lβIstituto Maria Ausiliatrice di Soverato perfeziona la sua istruzione presso la facoltΓ di Farmacia di Pisa.
Lavora nel settore per cui ha studiato fin da subito, alternando i suoi impegni con volontariato e alcune passioni irrinunciabili.
Scrive per la testata online Incipit Sistema Comunicazione con il ruolo di capo redattrice senza mai specializzarsi su un tema preciso, ma cercando temi di interesse sociale e culturale. Nel 2023 pubblica il suo primo romanzo dal titolo “Blu ionico”, con il quale si aggiudica vari riconoscimenti, tra i quali il Premio Internazionale Panorama Golden Book Award 2024,Β e il Concorso Biennale Internazionale βPercorsi letterari dal Golfo dei Poeti Shelley e Byron”, grazie al quale Γ¨ stato segnalato alla Fiera del Libro di Francoforte 2024.