Un incontro luminoso tra arte e spiritualitΓ prende vita a Polistena, dove lβicona sacra diventa ponte tra il visibile e lβinvisibile. Γ βLa luce del Divinoβ, la mostra che dal 15 giugno trasformerΓ le sale del Museo Casa Natale dei Jerace in uno spazio di contemplazione, bellezza e memoria, attraverso le opere dellβiconografa tropeana Michela Ferrara. Un percorso artistico che non si limita a esporre, ma invita a meditare: ogni immagine, immersa nellβoro simbolico della tradizione bizantina, si fa preghiera dipinta, silenzio che parla, luce che rivela.
Organizzata dallβassociazione di promozione sociale Arte che Parla, con il patrocinio del Comune di Polistena, la mostra si inserisce nel progetto culturale βEspressioni dβarteβ, nato per valorizzare i linguaggi dellβanima in dialogo con il territorio. Le icone di Michela Ferrara, fedeli ai canoni della tradizione bizantina, custodiscono una spiritualitΓ profonda: i volti, stilizzati ma carichi di umanitΓ , sembrano affiorare dalla luce stessa. Lβoro non Γ¨ semplice ornamento, ma simbolo del divino che si fa presenza. Ogni opera Γ¨ frutto di un processo lento, meditativo, in cui tecnica e preghiera si fondono in un atto di devozione artistica.
A curare lβallestimento Γ¨ lβartista cosentina Marilena Cucunato, con il coordinamento della presidente Simona Mileto e il supporto comunicativo di Amalia Papasidero. Il loro lavoro riflette lβidentitΓ viva e dinamica di Arte che Parla, realtΓ attiva dal 2019 che unisce arte, educazione e impegno sociale.
Lβinaugurazione si terrΓ sabato 15 giugno, con due aperture: dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 19:00 alle 21:00. La mostra sarΓ visitabile anche nei giorni seguenti:16 e 17 giugno: dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 18:30 alle 20:30, il 18 giugno: dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 18:30 alle 20:30. PiΓΉ che unβesposizione, βLa luce del Divinoβ Γ¨ un invito al raccoglimento, una riscoperta del sacro come linguaggio artistico universale. Unβoccasione preziosa per lasciarsi attraversare dalla bellezza che trascende il tempo e ci riconnette a ciΓ² che non si vede, ma si sente.

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