Quella che doveva essere una notte di festa si Γ¨ trasformata in un incubo. Al termine della finale di Champions League tra il P S G e l’Inter a Parigi si Γ¨ scatenata nelle strade e nelle piazze la festa che perΓ² alla fine ha lasciato due persone morte e 559 fermate dalla polizia. Di questi ben 320 trasformati in arresto. A Parigi e nel resto della Francia una notte di festa si Γ¨ trasformata in una notte di scontri e violenze.

La vittoria, capolavoro dell’allenatore del PSG Luis Enrique, macchiata di nero, il colore della morte che non ci doveva essere.

Viene spontaneo chiedersi: perché macchiare una così bella vittoria, se il suo prezzo è il sangue e il silenzio irreparabile che segue le sirene delle ambulanze?

La serata di sport doveva continuare con la gioia e con la festa. PerΓ², l’uomo e la sua inciviltΓ  crea momenti in cui la linea tra il trionfo e la tragedia Γ¨ talmente sottile da sfuggire persino alla nostra percezione. Ieri sera, mentre una squadra scriveva una pagina gloriosa della propria storia calcistica, altrove, subito dopo si consumava un dramma. Vite spezzate, decine di feriti, famiglie distrutte. Tutto questo nel nome di una vittoria che avrebbe dovuto unire, non dividere; far sorridere, non far piangere.

Non Γ¨ la prima volta, purtroppo, che la passione sfocia nella tragedia. Il calcio, come altri eventi di massa, porta con sΓ© emozioni forti, spesso incontenibili. Ma quando la gioia si trasforma in delirio, e il tifo si mescola con l’irresponsabilitΓ , il confine tra festa e disastro diventa pericolosamente sottile. Folla senza controllo errori che hanno pagato esseri innocenti.

Questa tragedia ci impone una riflessione scomoda ma necessaria: siamo pronti davvero a gestire la passione collettiva? Oppure continuiamo a considerarla un evento eccezionale, fino alla prossima fatalitΓ ?

Una vittoria dovrebbe essere un’occasione per celebrare, per ricordare, per scrivere insieme un capitolo di felicitΓ . Ma se al termine di quei 90 minuti restano solo ambulanze, lacrime e funerali, allora forse il sistema ha fallito.

Non basta piΓΉ dire β€œnon deve accadere mai più”. Occorre agire, prevenire, rivedere. E soprattutto riconoscere che nessun trofeo vale la vita di una sola persona.

Ti sei perso