La letteratura di Corrado Alvaro contiene una galleria di personaggi in cui la donna recita un ruolo importante, protagonista o comprimaria. La donna di Alvaro Γ¨ rappresentata dalla sua esperienza personale, sono le donne che portano sulle proprie spalle il peso dei sacrifici, segnate da una “vita statica in un angolo di silenzio e di accettazione […], che coincide colle mura della povera casa, con la terra avara del piccolo podere, o con quella altrettanto avara della grande proprietΓ  assenteista, con il ballatoio, la” ruga”, la chiesa.

Panifica, mette al mondo dei figli, li alleva, Γ¨ afona e atona, fa tutti i lavori che all’uomo non piace fare” (Pasquino Crupi). La figura della donna Γ¨ presente in tutti suoi scritti, in particolare L’amata alla finestra (1929), una raccolta di raccontiΒ Β  dove protagoniste sono soprattutto le donne: figure che β€œinterpretano solo la tragedia. Gli uomini invece si possono ancora permettere di fare la commedia […]. E forse, le (donne) piΓΉ β€œcrudeli” sono quelle che non hanno le parole per dire quanto si sentono schiave degli uomini e che per non essere punite si trincerano dietro il silenzio accusatorio o il pianto rassegnato di chi, come Melusina, non avrΓ  un’alta occasione per denunciare il sopruso di padri e padroni […]. L’artista, il pittore, il narratore, per denunciare la condizione dell’uomo-e prima ancora della donna- del Sud, manda in giro il ritratto di Melusina e i racconti del L’amata alla finestra”. (Walter PedullΓ ).

Tra le cose che ho piΓΉ care, v’è un ritratto che comperai da un artista tornato dai miei paesi. Fu quasi un dovere per me prendermi questa sconosciuta e nasconderla agli occhi degli estranei; perchΓ©, sebbene io non ricordi di quasi piΓΉ le passioni della mia terra, me n’è rimasta una solidarietΓ  carnale.

So che molte donne della mia terra non si sono fatte mai ritrarre; basta presentarsi in una delle nostre strade con una macchina da fotografie perchΓ© tutte le donne volgano il capo dalla parte del muro […]. Dico che anch’io soffro di questo ritegno primordiale […]. Ma per una donna dev’esserci un altro sentimento a questo ritegno: quello di appartenere a qualcuno non ancora rivelato, cui confida, perΓ², giΓ  da piccola le proprie sembianze come un segreto, e la propria bellezza senza appello, senza testimonianze, senza ricordi”. (C. Alvaro, Il ritratto di Melusina).

Ma tante altre donne, di diversa estrazione sociale, abitano la letteratura alvariana: Medea (La lunga notte di Medea), Barbara (L’uomo Γ¨ forte), Anna, May e Renata, (L’uomo nel labirinto), La Signora dell’isola (La Signora dell’isola) Susanna, La bella sconosciuta (Domani), Eufemia (Ermafrodito in L’amata alla finestra), Helene (Il mare), Elfrida, Olimpia, La principessa Lia (Settantacinque racconti), Eva Ammeri (Vent’anni)…  un labirinto di personaggi in cui compare anche Stella di Belmoro (1957), che riesce a trovareΒ  la via di fuga β€œverso la felicitΓ  e la solitudine”, con l’aiuto della fantascienza.

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