Il volume presenta una indagine a tutto campo sul lignaggio genovese dei Grimaldi principi di Gerace dal 1574 e sulla storia successoria e patrimoniale del loro stato feudale calabrese.

Ad oggi non esiste una ricerca approfondita sui feudi di questo potente casato nobiliare e sulle relazioni che questo articolato territorio giurisdizionale mantenne, all’esterno, con Genova e Napoli, sedi principali della famiglia, e all’interno, con le comunitΓ  amministrate, considerate nelle loro articolazioni sociali, economiche, istituzionali.

Da questo punto di vista la pubblicazione risulta giΓ  di per sΓ© opportuna e colma un vuoto storiografico, soprattutto in relazione ad analoghi studi effettuati negli ultimi decenni su altre casate e realtΓ  feudali del Mezzogiorno italiano, indagate sia sotto il profilo giurisdizionale che economico-patrimoniale.

La storia dei principi di Gerace Γ¨ ricostruita attraverso fonti archivistiche e un’articolata bibliografia. Il lavoro riguarda la storia dei feudi Grimaldi in etΓ  spagnola, fino a tutto il XVII secolo, Il discorso sul principato di Gerace, centrale rispetto agli altri feudi Grimaldi, Γ¨ messo a confronto con altri studi feudali meridionali e con la storia regionale calabrese: eventi condizionanti il ripiegamento economico e demografico seicentesco nella dimensione locale, secondo la ricostruzione dell’autore, sono in particolare la carestia reggina del 1672 e i riflessi della rivolta antispagnola di Messina, che interrompono un intenso scambio commerciale Messina-Gerace (trasferimenti e matrimoni reciproci, cabotaggio, artigianato, notabilato, contrabbando) documentato sulla base delle fonti documentali che costituisce un aspetto molto interessante del lavoro.

L’Autore ricostruisce cosΓ¬ la storia delle comunitΓ  urbane (in particolare quella geracese), nelle loro strategie economiche e di controllo delle istituzioni e risorse municipali, del loro ruolo – a volte vero ago della bilancia – nel rapporto tra autoritΓ  feudale ed episcopale, del godimento di privilegi feudali, delle forme della rappresentazione nobiliare, dell’intrapresa commerciale e artigianale, dell’attivitΓ  creditizia e delle congregazioni ed enti religiosi che ne sono parte; spaziando infine su altri temi, come le usanze dotali e testamentarie del notabilato locale; tutti aspetti interamente ricostruiti su un ampio scavo delle fonti d’archivio e che costituiscono il nuovo contributo di conoscenza e approfondimento di questo lavoro monografico.

L’ultimo lavoro dello storico verrΓ  presentato venerdΓ¬ 16 maggio, con inizio alle ore 18,00 presso il Palazzo della Biblioteca Comunale β€œTeotino-Nieddu-Delrio” di Locri.

Vincenzo Cataldo insegna presso l’UniversitΓ  degli Studi Magna GrΓ¦cia di Catanzaro. Autore di diverse monografie sul Mezzogiorno moderno (Rubbettino, Edizioni Scientifiche Italiane, Aracne, etc.) e di contributi sulla storia della Calabria e del Mezzogiorno, raccolti in atti di convegni e volumi collettanei.

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