di Antonella Iaschi

Gerace, sala dell’arazzo ore 18,30. Una bambina bionda seduta al tavolo dei relatori, sta disegnando su un’agenda rossa margherite e case “sottoterra” (cosΓ¬ mi ha detto) . Entrano parecchie ragazze e si siedono, nel frattempo Raffaella Rinaldis, direttrice di Fimmina Tv prende gli ultimi accordi prima della presentazione del libro “Il mio posto Γ¨ qui” che ha dato vita al film che verrΓ  proiettato tra poco.

So che tratta di riscatto femminile, di amicizia e di sorellanza, per questo so anche che sarΓ² molto esigente. Non vado spesso al cinema, soprattutto non vado piΓΉ, dopo diverse delusioni, a vedere film di cui ho giΓ  letto il libro. “L’eleganza del riccio” a parte, nessun film visto mi Γ¨ sembrato all’altezza del testo che lo ha partorito. Questa volta il fatto che Daniela Porto autrice del libro abbia condiviso la regia con Cristiano Bortone, mi sembra una garanzia. Nessuno puΓ² aver fatto scempio del racconto se la scrittrice ha lavorato sulla sua messa in scena.

La scolaresca che ha riempito la sala se ne va proseguendo la visita del museo e la sala si riempie comunque di persone, cambio che un po’ mi dispiace perchΓ¨ l’etΓ  media Γ¨ cresciuta parecchio e sono del parere che parlare di riscatto e di emancipazione femminile, ma non solo, a chi la vita deve ancora affrontarla non sia mai abbastanza. Iniziano le danze e il libro diventa protagonista, grazie a Raffaella Rinaldis e agli altri relatori la presentazione Γ¨ scorrevole e nessuno parla del proprio ombelico. Libro al centro, come deve essere. Bravi tutti e brava soprattutto Daniela Porto che risponde alle domande e racconta senza svelare, lasciando il piacere della scoperta alla proiezione.

Anche la chiesa di San Francesco si riempie di gente, e fin dalle prime scene scende il silenzio interrotto solo dall’applauso finale, lungo, convinto, vero. Sulla tela Γ¨ passata la storia di Marta (interpretata da Ludovica Martino), e dell’amico Lorenzo (interpretato da Marco Leonardi) che le indica la strada per liberarsi, strada che lui non osa percorrere, o forse non percorre perchΓ¨ l’Amore a volte non concede vie di fuga, anche se non Γ¨ la favola che dovrebbe essere. SarΓ  lui a salutarla pronunciando: “Il mio posto Γ¨ qui”, mentre quello di Marta Γ¨ lontano dai pregiudizi e dalla cultura patriarcale, nella presa di coscienza dei propri diritti e soprattutto del proprio valore come donna e come persona. Cosa dire ancora? Ah sΓ¬, dai tempi della storia sono passati circa ottant’anni, ma un altro grazie va alla giovane Daniela Porto perchΓ¨ nonostante le lotte e le conquiste del secolo scorso ci sono ancora troppe Marte ai nostri giorni e magari nemmeno si rendono conto di avere dentro la forza per riscattarsi, restando intrappolate in storie sbagliate. Parlarne serve, serve parecchio.

Ti sei perso