di Maria Grazia Carnà

 

Sono stati in tanti e felici di assistere al pranzo Solidale A.M.A. (amore, memoria, affettività) che in questa mensa ha reso tutti uguali, in nome di un principio che abbassa le barriere, scoprendo una realtà altruistica che di norma parrebbe invisibile.

Esiste un unico modo per comprendere la solidarietà, ed è attraverso quel sentimento che nasce dal suo contrario… la solitudine.

Una persona sola è una disgrazia che colpisce ognuno, è un guaio sociale al quale tutti noi rispondiamo, e lo dobbiamo fare con le poche armi a nostra disposizione, che se uniti, possono rendersi efficaci oltre qualsiasi pronostico.

Essere solidali dovrebbe essere un’azione collettiva, svolta in nome di quel sentimento di fratellanza che unisce nel bisogno quanto nell’aiutare… perché non esiste ricchezza che giri le spalle ai bisognosi, ma esiste un unico patrimonio di tutti che riconosciamo in quell’istinto cooperante insito tra le persone, uno stato dell’anima che rende fiaba anche la miseria e che concede un lieto fine anche alle storie che sembrano essere già giunte al termine.

Dedizione al prossimo non vuole dire costruire strade sull’acqua o sentirsi dentro un cuore che fa le fusa tre giorni l’anno, è un’azione costante e concreta, che ogni giorno richiede impegno: evitando gli sprechi, offrendo un pasto a chi digiuna o anche solo regalando un sorriso per spegnere i problemi dagli occhi abbassati che ci scorrono anonimi accanto, come sottolineato da Mons. Oliva.

In questo pranzo il grande messaggio non è che la povertà è il male assoluto ma che sia solo una conseguenza dello spettro di una società malata di apatia, che collassando produce robot addestrati a vivere per schemi gerarchici e si addomestica all’indifferenza in nome del possedere… una scempia natura a cui ognuno dei partecipante si oppone ma che riaffiora ogni qual volta non dovrebbe, e che acceca gli animi della stessa luce noncurante del buio che dilaga attorno.

Il bisogno non è ciò che manca a qualcuno ma è ciò che non DOVREBBE mancare a nessuno…

una dura verità dalla quale distogliere lo sguardo per non punire la nostra coscienza.

Ma la solidarietà non è un tranello della mente per svincolarsi dalle responsabilità dell’etica, è un dovere e una necessità che coesistono come opposti che si esigono, perché le pieghe della tristezza che riconosciamo sui visi degli altri sono le stesse che tocchiamo sul nostro… e le nostre emozioni non ci appartengono, sono slegate dal nostro volere e ognuno può vederle e provarle, sono un bene comune che ci identifica come gruppo e mai in quanto individuo.

“Ho visto gente dormire per strada, le ho viste chiedere cibo, in nome di un diritto alla vita che abbiamo per nascita, e in questa sala, dove abbonda l’indispensabile… ricordiamo che chiunque dona si immedesima in chi chiede fino a diventare la stessa persona” dichiara la portavoce di Incipit Sistema APS.

Una giornata solidale è iniziata dalla SS. Messa celebrata da Mons. Francesco Oliva, è trascorsa serenamente con la partecipazione della Sindaca Dott.ssa Maria Teresa Fragomeni, con gli interventi del Presidente Vincenzo Bruzzese della Consulta Cittadina Comunale e la partecipazione delle Associazioni dei Commercianti e degli Artigiani, oltre che all’impegno di Incipit Sistema Comunicazione APS con la Presidente Dott.ssa Angela Guarnieri e con il Direttore Pasquale Muià, il tutto allietato dalla presenza di Lucy Azzarelli (e Amerigo Marino, assente suo malgrado ma sostenitore dell’ideale) e della sua voce melodiosa, alle Forze dell’Ordine che hanno presenziato la giornata… e si è concluso con un solo e lapidario messaggio che è una prospettiva futura, espresso con risolutezza da tutte le parti in causa:

IL BISOGNO NON È CIÒ CHE MANCA A QUALCUNO MA È CIÒ CHE NON DOVREBBE MANCARE A NESSUNO.