RITORNA SIDERNO NASCOSTA

Quello che poteva accadre per il buon turismo nella nostra città, sta accadendo. Una politica aperta da parte dell’Amministrazione Comunale, Associazioni e Consulta delle Associazioni impegnati a esprimere il meglio con attività ludiche e culturali che mettono in evidenza le eccellenze del nostro territorio, finalmente vengono messi in campo. Non ci si nasconde e si può affermare che la strada è quella giusta. La seconda edizione di Palazzi in Mostra – Siderno Nascosta, realizzata dall’Associazione Siderno 2030 e da quanto si evince dalla locandina, dal circuito Palazzi in Mostra. Protagonista di questa seconda edizione Palazzo Malgeri

Il nome Malgerius era già in uso presso i Normanni. Si hanno notizie sin dall’undicesimo sec. di un Malgerius o Margerius, fratello minore di Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo(furbo) e di un altro, terzogenito di Ruggero 1°, re di Sicilia. Il cognome è presente a Reggio alla fine del 14^ secolo e la famiglia, fra le notabili della città, annovera fra i suoi componenti membri del clero, senatori, sindaci ed ambasciatori come si evince da vari documenti (cfr Luigi Manzi e collezione Lopa Spagnolio biblioteca De Nava di Reggio). Nel 1635 è documentata la presenza di un certo Giovanni Errigo Malgeri a Bova e, quasi contemporaneamente, lo stesso cognome compare a Grotteria.

Pubblicità

I due rami mantengono lo stesso stemma: leone rampante su un tronco di quercia, stemma ancora visibile nel pavimento della cappella di famiglia di Grotteria, dove i Malgeri si distinguono come artefici della vita culturale del paese per mezzo di illustri professionisti quali farmacisti, dottori in medicina e in utroque iure. Dal notaio Giuseppe Malgeri, che sposa Rachele Pellicano di Gioiosa Ionica, nasce Antonio (1883 1971), marito di Erminia Oppedisani da Martone (1888-1986). Quest’ultima nasce da Teresa, unica erede, da parte materna, della famiglia Belcastro, sposa diciottenne di Domenico Trapassi siciliano benestante, non giovane, che la ricolma di preziosi regali di ogni genere, compresi gli abiti esposti nella mostra. Rimasta vedova ancora molto giovane si risposa con Leopoldo Oppedisani, imparentato con i Larosa di Canolo dai quali acquista questa casa, che lascerà alla figlia Erminia.

L’ immobile viene ristrutturato dal marito Antonio Malgeri nel 1924 in un tardo Liberty, che mantiene le caratteristiche migliori di tale stile, evitando eccessi ed appesantimenti. La facciata è caratterizzata da sobrie lesene che suddividono i balconi sormontati da eleganti timpani. Interessante il cortile interno, caratterizzato da una forma ottagonale, sulla quale si potrebbe molto scrivere. Per le rifiniture all’interno degli ambienti e, soprattutto, per gli infissi del salone e i soffitti delle stanze, i lavori sono proseguiti diversi anni. Un gruppo di “imbianchini, quasi pittori” è stato ospitato in un appartamentino al piano terra (attuale Melmouth) per qualche anno, mentre già la casa veniva abitata dalla famiglia dell’ avvocato Malgeri.